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Il drago e la balena

Un’enorme balena di plastica rossa sorride, appesa al soffitto -altissimo- dell’Hep Five di Umeda. Il cuore pulsante di Osaka. In verità le balene sono due, mamma e cucciolo. E non sono nemmeno l’unico elemento distintivo del Mall, visto che sul tetto trova spazio una ruota panoramica altrettanto rossa, altrettanto kitsch. Qualche chilometro più a sud un drago verdolino, sempre di plastica, attraversa sinuoso un palazzo arancione lungo Dotonbori, il lungofiume del passeggio e dello shopping e dello street food e di molte altre stranezze della città più strana -Osaka- nel paese più strano al mondo: il Giappone.

“L’obiettivo segreto e inconsapevole di certi viaggi è quello di mandare in totale confusione il viaggiatore, estraniarlo a tal punto dalle sue origini da far apparire la sua esistenza come un’oscura faccenda cui potrà tornare solo con grande difficoltà. Soltanto allora sei stato veramente via, così altrove da essere forse diventato altro.”

Cees Nooteboom da Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone

L’altra faccia della medaglia

Osaka appare differente da subito. Forse perché ci si arriva impreparati, forse perché già convinti che nulla possa competere con Tokyo. La vicinanza di Kyoto, poi, contribuisce -non poco- nel tenere a distanza il grosso dei viaggiatori che, dovendo scegliere, si concentrano nell’antica capitale pensando ad Osaka come ad un doppione mal riuscito. Osaka però è tutt’altro. E’ l’altra faccia della medaglia. Quella meno considerata. Non per questo meno interessante, sicuramente più coinvolgente.

A partire dalle Shotengai, che ad Osaka riescono ancora a tenere il passo nei confronti degli shopping centre. Sono qualcosa a metà strada tra un mercato coperto e una galleria commerciale: Bisogna immaginare una strada lunga, una qualsiasi strada lunga di una grande città con i palazzi alti, che si affiancano l’un l’altro su entrambi i lati. Questa strada è pedonale e le insegne di negozi, bar e piccoli ristoranti si susseguono senza un’apparente soluzione di continuità. In alto, una tettoia trasparente più o meno lavorata chiude il soffitto e protegge dalle intemperie. In basso tutto si mischia, colori, profumi e suoni creano una miscela estremamente coinvolgente. Una volta queste “gallerie” erano il corrispettivo del nostro mercato rionale, della spesa di tutti i giorni, dell’abbigliamento a buon prezzo.

Il lato normale

Oggi le Shotengai, sono una passerella di variopinta umanità che si muove, chiacchierando, tra le tante offerte di magliette colorate, chiavette USB a forma di sushi, pastarelle fosforescenti e altre delicatezze locali, una su tutte il Takoyaki. A base di polpo, è lo street food diventato simbolo culinario dell’intera città. Un vero e proprio interruttore commestibile, capace di accendere interesse, capace, al primo morso, di coinvolgere il viaggiatore e prenderlo (anche) per la gola. E così gli sguardi si riempiono di spiedini fumanti, frittellone, polpettine e dolcetti a forma di pesce.

Sembra che ad Osaka tutto ruoti attorno al cibo, che tutto si riduca al motto “KUIDAORE!” qualcosa del tipo: Mangia fino a rovinarti (sia salute che portafogli)! Ne è nato il personaggio che negli anni è diventato la mascotte della città. Magro e occhialuto con un completino a strisce bianche e rosse compare un po’ dappertutto. Anche il “drago verdolino” incontrato all’inizio, non è altro che l’insegna tridimensionale di un famoso ristorante di ramen, il Kinryu. Sulla stessa via (Dotonbori) troneggiano anche le enormi insegne a forma di granchio, pesce palla, sushi, gyoza di altri rinomati ristoranti. Tutte strafotografate assieme al megaposter del Glico-man. Altra icona cittadina. Guardacaso il manifesto pubblicitario di un’azienda dolciaria, quella dei Mikado, altro cibo.

No, Osaka non è solo cibo, non può essere solo ristoranti e street food. Osaka, con tutte le sue stranezze, è il lato normale del Giappone. Quello contemporaneo, terra terra, che (per certi versi) si avverte di meno a Tokyo, così perfettina, stretta com’è nella morsa (pur sempre affascinante) tra il rigore del passato e la velocità del futuro.

Molte delle informazioni che ci hanno permesso di organizzare al meglio il nostro viaggio nel Kansai le abbiamo prese dal sito Inside Osaka di Chris Rowthorn, giornalista inglese e autore per Lonely Planet.

Un altro sito veramente utile per pianificare i trasporti (ma non solo!) è stato Osaka Station.