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E’ immensa, impossibile tracciarne i confini. Ma in fin dei conti poco importa se stiamo parlando della città (i 23 quartieri “speciali”), della metropoli (i confini ufficiali) o della megalopoli (la Greater Tokyo). E poco importa se gli abitanti sono 13 o 36 milioni, perché mentre risaliamo dalla metropolitana, in realtà, stiamo sbucando all’interno del più fantastico contenitore di persone al mondo, un caos di edifici con megaschermo incorporato, tabelloni pubblicitari e tanta gente che, paradossalmente, appare gradevole e unico proprio perché affollato, ordinatamente affollato. Tokyo e i suoi abitanti sono un tutt’uno e visitare la città deserta sarebbe deludente come aprire una scatola vuota. Poi si gira un angolo e un’altro ancora, la vivacità e la frenesia si diluiscono e i ritmi possono rallentare. Lungo la stradina che si allontana dalla metro le case rimpiccioliscono e trovi il fruttivendolo, la drogheria, il ristorantino con le tendine da scostare.

“Il viaggiatore è un collezionista di voci, di suoni e di odori”

Paolo Rumiz

C’e molto da collezionare a Tokyo, proprio perché poco familiare ai nostri sensi ogni suono, odore, sguardo, scritta diventa degna di attenzione e gonfia di curiosità. Tommaso collezionava le musichette degli annunci in metropolitana e i nomi delle stazioni, li ripeteva -storpiandoli- tra i risolini divertiti dei pendolari. Ci si muove quasi esclusivamente in metro spostandosi tra i diversi quartieri dell’area centrale. Sali nel moderno, guardi verso il futuro, mangi nel passato, riscendi nel moderno per viaggiare veloce come nel futuro di fianco a una signora  vestita come su un’antica porcellana del ‘600, risali e ti trovi di fronte alla statua di Gundam.

Un’altalena sensoriale che mette continuamente alla prova.

In questo i bambini sono avvantaggiati, abituati come sono a giocare ed a lasciarsi andare con la fantasia. In una città dove la curiosità è continuamente stimolata anche dalle piccole cose si comprende come non occorra molto per suscitare interesse, e divertimento per tutti. Arrivarci in famiglia presuppone però un minimo di organizzazione in più. E’ più facile perdersi a Tokyo rispetto a qualsiasi altra città, in compenso non si rischia nulla dal punto di vista della sicurezza. A prima vista la mappa dei trasporti sembra una caccia al tesoro finché una mano gentile non ci porge la stessa mappa in caratteri latini sulla quale, da subito, si percepisce quanto tempo rischiamo di passare su un treno per andare dal punto A al punto B. Veramente molti gli highlights: i templi come il Senso-ji ad Asakusa o il Meiji-Jingu ad Harajuku, il Sony building a Ginza, i mercati rionali come quello di Ameyoko-dori vicino al parco di Ueno, e poi Shibuya, Shinjuku, Odaiba la Omotesando-dori, Ginza, Roppongi e… uhm ce ne sono altri? Si!Altrettante le esperienze che si possono fare: c’è chi passa una giornata alle terme, alcune palestre accettano visitatori per assistere agli allenamenti di sumo, nei Neko-cafè si chiacchiera tra amici accarezzando gatti e gattini che fanno le fusa, anche mangiare in un ristorante tradizionale coi tavoli bassi, seduti per terra, diventa un’esperienza. Tante cose da fare e tanti posti da vedere al punto che i punti A ed i punti B si moltiplicano e con essi il tempo necessario per raggiungerli.

Per iniziare a farsi un’idea il sito del Tokyo Convention & Visitors Bureau è sicuramente utile, altre info sia su Tokyo che su tutto il Giappone si trovano sulle pagine dell’Ente Nazionale del Turismo Giapponese.

Per i pianificare i trasporti Hyperdia è molto utile soprattutto se si vuole uscire da Tokyo per visitarne i dintorni come Nikko o Kamakura.